Chirurgia Orale

chirurgia-orale a Rovereto

La chirurgia orale è il ramo dell’odontoiatria che riguarda la risoluzione delle problematiche orali con tecniche chirurgiche. Si tratta perciò di una branca abbastanza ampia entro cui rientrano tutte le procedure e operazioni volte a contrastare particolari patologie orali, nonché imperfezioni o malformazioni dei tessuti molli e/o ossei, oltre all’estrazione di denti sia semplice che complessa fino alla rimozione dei cosiddetti “denti del giudizio” o terzi molari.

All’interno di questo articolo cercheremo di spiegare quali sono i principali interventi svolti nel nostro studio dentistico e che rientrano in questa branca, in modo tale che i pazienti possano farsi un’idea della modalità con cui si svolgono questi interventi e del tipo di operazione al quale bisogna ricorrere in base alla problematica da risolvere. Passeremo dalle estrazioni dentali e dagli interventi sulla parodontite, arrivando a parlarvi della gengivectomia e dell’implantologia dentale. Ecco qui tutto quello che c’è da sapere…

Le estrazioni dentali: denti accavallati, granulomi e cisti

Nel campo della chirurgia orale, uno degli interventi più praticati è quello dell’estrazione dentale: nonostante i nostri sforzi nel tentare di recuperare anche denti gravemente compromessi, rimane a volte l’unica terapia possibile.

Sono diverse e numerose le circostanze che possono portare alla necessità di rimuovere un elemento dentale. Pensiamo ad esempio alla presenza di radici dentali cariate in profondità o di denti fratturati: la loro permanenza in bocca può portare a dei peggioramenti del quadro clinico generale, ragion per cui è importante agire il prima possibile e in modo mirato. Pensiamo anche ai casi di malattia parodontale (detta anche parodontite o piorrea): l’estrazione degli elementi troppo danneggiati è da effettuarsi prima che la malattia si diffonda e colpisca gli elementi sani presenti nell’arcata; il fattore tempo è perciò di vitale importanza.

Le estrazioni sono poi spesso l’unica scelta quando ci si ritrova davanti a gravi casi di denti accavallati o di denti inclusi; per non parlare dei casi di granulomi e cisti, sui quali è necessario intervenire chirurgicamente per salvaguardare il paziente dal rischio di estensione dell’infezione nel caso di granulomi, e l’estensione della dimensione della lesione nel caso delle cisti.

Sempre nell’ambito della chirurgia orale rientrano poi le estrazioni degli ottavi, ovvero dei cosiddetti denti del giudizio. Anch’essi, per la verità molto spesso, possono dare luogo a problemi e/o sintomi dolorosi, perciò, laddove consigliato, è bene rimuoverli tempestivamente.

Per quanto largamente praticate, le operazioni di estrazione rappresentano sempre l’ultima opzione contemplata dai dentisti: l’eliminazione di un dente è sempre una decisione da prendere in modo ponderato e consapevole, dopo un’attenta valutazione del quadro generale di ogni paziente.

Se è possibile salvare la naturale struttura di un dente, solitamente si cerca di fare il possibile in questi termini; se invece questa opzione è già stata scartata, allora si procede con la chirurgia. La decisione, comunque sia, dev’essere sempre rimandata a professionisti competenti, con la migliore formazione possibile alle spalle che permetta loro di fare sempre il meglio per il paziente.

Le estrazioni dei denti del giudizio

Una descrizione a parte la meritano le estrazioni dei cosiddetti “denti del giudizio”, anche detti ottavi o terzi molari.

Sono denti che nella maggior parte dei casi non trovano spazio sufficiente in arcata, e se lo creano a discapito dell’allineamento degli altri denti in arcata. Possono infatti contribuire notevolmente all’instaurarsi di affollamenti cioè denti che si accavallano, una evenienza che succede spesso tra i 15 e i 30 anni di età, oltre a causare altrettanto spesso delle recidive ortodontiche ovvero il fallimento a distanza di anni di terapie ortodontiche per riallineare i denti. Infatti spesso si notano pazienti che hanno portato il cosiddetto apparecchio in adolescenza e poi tra i 20 e i 30 anni subiscono una recidiva, in pratica i denti tendono a tornare accavallati o disallineati.

Nei casi in cui riescano a fare la loro comparsa solo parzialmente poi, possono essere causa di fastidi o dolori che possono culminare in una infezione acuta o ascesso, la cui unica terapia spesso è un ciclo di antibiotici.

Ma qual è l’età ideale per rimuovere id enti del giudizio? Premesso che ogni caso va valutato attentamente, l’età ideale per togliere i denti del giudizio inferiori è tra gli 11 e i 13 anni. I denti del giudizio superiori invece possono essere rimossi anche molto più tardi: sarà comunque determinante il parere di un professionista per valutare la tempistica ideale di caso in caso.

Chirurgia parodontale

La chirurgia parodontale, che rientra a tutti gli effetti nella sfera della chirurgia orale, comprende una serie di procedure eseguite dal dentista sui tessuti del cavo orale che circondano i denti, quindi la gengiva e l’osso. Tra gli interventi praticati dal chirurgo orale vi sono la rimozione di placca e tartaro dalle radici dei denti a lembi aperti, l’eliminazione delle tasche parodontali, l’aumento dei testtui molli e duri (gengiva e/o osso).

L’intento dell’operazione è quello di rendere più semplice il mantenimento nel tempo di alcuni denti che non guarirebbero con le sole manovre di igiene orale : il chirurgo orale procede con la somministrazione dell’anestesia, incide i tessuti colpiti dalla patologia, li rimuove, esegue una pulizia cosiddetta a cielo aperto, per poi riposizionare i tessuti e suturarli più in basso in modo da eliminare la tasca parodontale.

Ma vediamo quali sono le situazioni più comuni in cui potremo aver bisogno dell’intervento di un chirurgo orale:

Tasche che non guariscono: cosa si fa?

In questi casi si può ricorrere ad un intervento di riposizionamento apicale del lembo: l’intento di questa operazione è quello di rendere più semplice il mantenimento nel tempo di alcuni denti che non guarirebbero con le sole manovre di igiene orale : il chirurgo orale procede con la somministrazione dell’anestesia, incide i tessuti colpiti dalla patologia, li rimuove, esegue una pulizia cosiddetta a cielo aperto, per poi riposizionare i tessuti e suturarli più in basso in modo da eliminare la tasca parodontale.

La procedura serve a rimuovere il tessuto malato (detto tessuto di granulazione) , ad eseguire una levigatura ovvero una pulizia particolare della superficie della radice infetta, ed appunto ad eliminare la tasca parodontale. La pulizia della radice avviene per mezzo di punte ad ultrasuoni oppure con uno speciale macchinario che emette polveri particolari miste ad acqua. Infine, la gengiva viene suturata nella posizione corretta, prestabilita dal dentista.

In caso di cosiddetti difetti angolari, ovvero di tasche con una conformazione perticolare si può ricorrere ad un intervento di rigenerativa parodontale: in caso di cosiddetti difetti angolari, ovvero di tasche molto profonde che formano un angolo acuto con una radice, è possibile rigenerare in parte o interamente l’osso perduto.

Questa delicata metodica prevede, dopo aver effettuato una incisione più piccola possibile ovviamente sotto anestesia locale, una disinfezione della tasca e l’inserimento nella stessa di un gel di amelogenine. Le amelogenine sono delle proteine naturali che promuovono la rigenerazione dei tessuti parodontali e che in questi casi hanno degli effetti riparativi largamente documentati.

In caso di osso insufficiente per posizionare impianti si possono mettere comunque dei denti fissi?
Molti di questi casi sono risolvibili con una procedura di rigenerazione ossea (o GBR, guided bone regeneration). La malattia parodontale, le infezioni di origine endodontica, oppure l’assenza di denti e la loro mancata sostituzione con impianti possono portare ad un riassorbimento osseo.

In questi casi l’osso residuo non ha un volume sufficiente per l’inserimento di un impianto: si può aumentarne il volume utilizzando osso cosiddetto autologo, ovvero prelevato da un’altra zona del cavo orale del paziente stesso, oppure osso eterologo, ovvero cristalli di idrossiapatite deproteinizzati (di fatto un materiale sintetico). In questo modo è possibile ricostruire il volume dell’osso per poter posizionare uno o più impianti.

Gengive che si ritirano: qual è la soluzione?

Quando le gengive si ritirano scoprendo parte della radice del dente, in assenza però di malattia parodontale (anche qui è fondamentale rivolgersi ad un professionista per avere una diagnosi certa!) si può ricorrere ad interventi di chirurgia mucogengivale.

Questi consistono nel riposizionare la gengiva ad un livello esteticamente gradevole con risultati anche eccellenti. È una procedura che dipende molto dall’abilità dell’operatore, il che vuol dire che sia la preparazione teorica che la capacità manuale fine del chirurgo orale sono fondamentali. È una tecnica che nelle mani giuste può portare a risultati strabilianti!
Carie profonde sotto gengiva: come si arriva a curarle?

La carie può talvolta estendersi fino a colpire una parte del dente molto in profondità sotto il livello della gengiva. Se la carie non arriva troppo in profondità si può ricorrere ad una gengivectomia, cioè ad un abbassamento della gengiva per raggiungere la carie. Se invece la carie arriva molto in profondità, quasi a livello dell’osso sottostante, si ricorre ad un cosiddetto allungamento di corona clinica ovvero si abbassano gengiva ed osso attorno al dente per poter accedere alla carie.

Sorriso gengivale

In alcuni casi il cosiddetto sorriso gengivale, o gummy smile (quei sorrisi in cui la gengiva è molto estesa e copre una porzione di dente) può essere dovuto ad un eccesso di tessuto gengivale. In questi casi, dopo una attenta valutazione del caso da parte di uno specialista, si può procedere alla rimozione del tessuto gengivale in eccesso restituendo ai denti tutta la loro naturale lunghezza e migliorando sensibilmente l’estetica del sorriso.

Implantologia dentale

L’implantologia dentale è una branca della chirurgia orale che tratta la sostituzione degli elementi dentali persi dal paziente o mai sviluppatisi nell’arcata. La perdita dei denti può essere legata a fattori traumatici o a fattori patologici, ma in entrambi i casi l’odontoiatria propone delle ottime soluzioni al problema. L’inserimento degli impianti può essere a tutti gli effetti un intervento chirurgico mini invasivo.

Per la sostituzione dei denti mancanti, l’implantologo si serve di radici artificiali in titanio dette appunto impianti che, mediante un processo di osteointegrazione, si integrano perfettamente nell’osso del paziente. Dopo l’operazione di chirurgia, in caso di applicazione di un impianto a carico immediato, il paziente potrà subito beneficiare delle protesi provvisorie o del dente mancante. La protesi o il dente provvisorio  verranno sostituiti dalle protesi definitive solo una volta completato il processo di guarigione (che può durare dai 3 ai 6 mesi).

La chirurgia ortognatica

La chirurgia ortognatica si occupa della correzione dei difetti della mascella. Vi si ricorre quando questa genera problemi evidenti, quali ad esempio importanti malocclusioni dentali (quindi un’errata chiusura degli elementi dentali, che non entrano perfettamente in contatto fra loro – quando l’arcata superiore e quella inferiore si serrano). Le malocclusioni possono condurre a dolori articolari, mal di testa e mal di schiena. La maggior parte delle situazioni sono correggibili con una particolare tecnica ortodontica senza il bisogno di ricorrere alla chirurgia: in rarissimi casi tuttavia, quando abbiamo a che fare con malformazioni severe, la chirurgia potrebbe essere l’unica strada.

Non esitare a richiedere un parere di un professionista: gli interventi di chirurgia ortognatica sono molto invasivi, richiedono lunghi tempi di guarigione e non sempre danno il risultato atteso da un punto di vista della salute dell’articolazione temporomandibolare, coinvolta nella postura e in tutti i possibili problemi ad essa correlati per cui accertati che il tuo problema non sia davvero risolvibile da un ortodontista esperto prima di sottoporti a questo tipo di intervento.


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