Correzione della crescita nei bambini (ortodonzia intercettiva)

ortodonzia-intercettiva a Rovereto

L’ortodonzia è il ramo dell’odontoiatria che si occupa della risoluzione di problemi legati alle irregolarità dentali; con le tecniche ortodontiche è possibile sistemare denti accavallati, scomposti e affollati, nonché morsi chiusi, aperti o incrociati.

Gli apparecchi ortodontici lavorano con continuità al fine di riportare i denti ad una corretta posizione di allineamento, affinché i pazienti possano godere di una normale chiusura del morso e quindi di una masticazione efficace. La tendenza degli ultimi decenni è quella di intervenire sempre più precocemente: è stato infatti dimostrato che prima si interviene più alte sono le probabilità di portare i pazienti ad avere una masticazione ideale. Ecco qui di seguito tutto quello che c’è da sapere sull’ortodonzia intercettiva.

Cos’è l’ortodonzia intercettiva?

Con il termine ortodonzia intercettiva si indica nello specifico la branca che si occupa di prevenire la comparsa di malocclusioni o di ridurne la gravità nel corso del loro sviluppo. Come dice il termine, questa ortodonzia intercetta le malocclusioni e cerca di agire in modo preventivo: il suo obiettivo è quello di bloccare il problema sul nascere, o comunque di fermarlo prima che peggiori e diventi più complesso da gestire.

Molti genitori ci chiedono se sia possibile che magari durante la crescita il problema scompaia o si risolva da solo. Purtroppo la risposta è sempre no: sappiamo che un problema di masticazione non corretta può solo peggiorare, nella crescita non avviene un fenomeno di “retromarcia” ovvero una volta che le strutture hanno cominciato a crescere in una direzione proseguiranno in quello stesso senso.

Il problema di fatto si accentua negli anni. Un altro aspetto da valutare è che prima si agisce e meglio è: si ha infatti una maggiore probabilità di successo quanto prima si intercetta l’anomalia di sviluppo dei mascellari.

L’età ideale per cominciare il percorso dipende dalla gravità del caso e dalla capacità di collaborazione del piccolo paziente: dai 5 anni in poi sappiamo che prima interveniamo e migliore sarà il risultato. A 9-10 anni circa termina il periodo utile per intervenire con terapie intercettive che siano efficaci e a quel punto si attende il completo ricambio dei denti (permuta dentale) prima di poter intervenire con l’ortodonzia.

Quali sono i possibili problemi?

Il problema in assoluto più frequente nei bambini è il cosiddetto palato stretto, propriamente detto discrepanza trasversale. Si ha quando l’arcata superiore è più stretta dell’arcata inferiore. Questo tipo di problema è spesso associato ad una respirazione nasale non ottimale: come conseguenza possiamo avere ingrossamento delle adenoidi e/o delle tonsille con problemi di respirazione nasale, otiti o tonsilliti frequenti, deglutizione atipica (lingua che non compie i movimenti corretti durante la deglutizione) e affollamento dentale.

L’affollamento è causato dalla mancanza di spazio in arcata e quindi i denti tenderanno ad accavallarsi tra di loro.

Un altro problema, che spesso è correlato al palato stretto, sono le cosiddette classi scheletriche II e III, in cui la mandibola (l’arcata inferiore) cresce in posizione più arretrata o troppo avanzata rispetto alla mascella (arcata superiore). Il dentista attento saprà intercettare problemi ben prima che si manifestino. Capita spesso infatto che visivamente i denti siano dritti, ma in realtà la crescita dell’arcata sotto e di quella sopra non siano coordinate, e questo porta a problemi anche gravi che si vedranno solo diversi anni dopo.

Quando i denti da latte o decidui si cariano o vengono persi prima del previsto inoltre, lasciano uno spazio che è importante da salvaguardare: se non si interviene, i denti vicini tenderanno ad occupare quello spazio, creando poi problemi di affollamento per i denti definitivi sottostanti.

Quali sono le soluzioni?

A seconda della conformazione dei denti e del tipo di crescita del tuo bambino, e quindi a seconda degli eventuali problemi da correggere, sono possibili diverse modalità di trattamento e diversi tipi di apparecchi.

ESPANSORE DEL PALATO

Nei casi con palato stretto si interviene espandendo l’arcata assieme al palato.

L’espansore rapido è una delle apparecchiature più utilizzate per intercettare un difetto della crescita trasversale del mascellare superiore; ci sono infatti pazienti in cui il palato non cresce abbastanza in larghezza, aspetto che impatta negativamente tutta l’arcata superiore e di conseguenza anche la crescita della mandibola. Se non si interviene per tempo a correggere il problema, anche la mandibola può riportare uno sviluppo alterato e può addirittura verificarsi una crescita asimmetrica.

Con che frequenza si ritrova questo problema? Diverse ricerche indicano che addirittura l’80% dei bambini di oggi beneficierebbe di un allargamento del palato!

Per farlo si utilizza una apparecchiatura che può essere fissa o mobile. Tante mamme ci chiedono quale sia meglio perché magari ne hanno sentito parlare da altre mamme. Quindi quale preferire? Nel nostro studio abbiamo abbandonato da diversi anni l’apparecchio mobile in quanto a nostro avviso presenta soltanto svantaggi:

  • Per ottenere il risultato desiderato si impiega molto tempo, anche più di 2 anni di terapia
  • La terapia è efficace solo se l’apparecchio viene portato con massima costanza quindi tutte le notti e qualche ora di giorno. Di solito i bambini hanno bisogno di essere seguiti dai genitori perché non sono sempre costanti.
  • L’apparecchio mobile è molto più ingombrante dell’espansore fisso, quindi nelle ore in cui viene portato è decisamente più scomodo e interferisce maggiormente con i movimenti della lingua durante la deglutizione
  • Gli apparecchi mobili come le placche funzionali o gli attivatori sono efficaci solo in alcuni casi, mentre in altri possono addirittura provocare dei peggioramenti o dei danni all’articolazione temporomandibolare (ATM) e quindi problemi di postura da adulti

Ecco perché da noi nello Studio Dentistico Barcelli abbiamo scelto l’espansore fisso. È un apparecchio davvero poco ingombrante, infatti è costituito da due anellini metallici detti bande che abbracciano i due molari (quando possibile sfruttiamo i denti decidui e non i permanenti) e che sono collegati da un sottile braccio metallico che segue l’andamento del palato, al centro del quale è posto un microscopico meccanismo a vite che consente appunto di dare una spinta che allarga il palato.

CORREZIONE DEI DIFETTI DI CRESCITA

Nel nostro studio utilizziamo con successo una tecnica innovativa EMRT che permette di riposizionare la mandibola rispetto alla mascella senza alcun tipo di intervento invasivo, in maniera completamente naturale, grazie alla progettazione di piccoli rialzi che vengono incollati sui denti decidui (comunemente detti da latte, ovvero denti che andranno incontro a ricambio).

Come funzionano?

Grazie ad una visione innovativa delle potenzialità di movimento della mandibola, questa può assumere fin da subito la posizione corretta e i denti definitivi cresceranno in un sistema in perfetto equilibrio. Qui non parliami di denti dritti: parliamo di far funzionare tutto il sistema muscolare e posturale in modo ottimale! E non solo: stiamo cambiando la direzione non corretta che spesso la crescita determina.

È un po’ come la crescita di una pianta: spesso se non potiamo i rami giusti e non sosteniamo la pianta, questa crescerà storta e poi raddrizzarla sarà molto difficile se non impossibile.

La tecnica che permette questa crescita armonica, tanto complessa in fase di progettazione quanto ben tollerata dai bambini e comoda per i genitori, si chiama EMRT (early mandibular repositioning technique) ed è stata ideata dal dott. Nazzareno Bassetti partendo dai concetti della scuola viennese di gnatologia.

La parte delicata sta nella pianificazione della posizione mandibolare prima e della superficie masticante di questi rialzi poi, che sarà il nuovo incastro per la masticazione del tuo bambino. Una progettazione accurata infatti assicura una comodità istantanea della nuova posizione per il paziente, un rilassamento della muscolatura posturale e masticatoria e un miglioramento immediato dell’estetica del volto.

Spesso questo riposizionamento ricade nell’ordine di pochi millimetri: se pensiamo però che i denti superiori ed inferiori si dovrebbero affrontare come i dentelli di una cerniera lampo o come gli ingranaggi di un orologio, anche pochi millimetri in realtà sono tantissimi!

Da che età si può portare un apparecchio ortodontico intercettivo?

Ogni bambino è diverso, quindi ogni bambino ha il proprio sviluppo di crescita e il proprio modo di reagire in modo singolare agli stimoli e alle terapie. Per quanto si possa intervenire con l’ortodonzia intercettiva in un’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, ciò non significa che questo lasso di tempo sia adatto a tutti. Per verificare la possibilità di procedere con questo tipo di terapie è quindi importante sottoporre il proprio bambino ad una visita ortodontica apposita, perché solo l’odontoiatra è in grado di dare una risposta sicura a questa domanda.

In ogni caso per dare dei numeri precisi l’età ideale per intervenire con una correzione intercettiva è attorno ai 5 anni. La maggiore o minore gravità del caso ci spingerà a decidere se attendere o se cominciare subito, sempre con l’obiettivo di ottenere il massimo dei risultati possibile!

Perché si parla di apparecchi “funzionali”?

La crescita delle ossa mascellari dipende da due fattori principali: fattori genetici e fattori ambientali. Mentre i fattori genetici sono immodificabili, poiché legati al DNA del paziente, i fattori ambientali sono manipolabili; essi corrispondono a tutte quelle condizioni che possono influire sulla crescita determinata dall’ereditarietà, come ad esempio la bocca, la lingua, le articolazioni temporo-mandibolari e via dicendo.

Questi elementi, che si traducono in azioni muscolari distinte, con i loro movimenti ripetuti possono modellare le ossa mascellari e la posizione dei denti. Proprio in quanto legati a questi elementi, gli apparecchi intercettivi vengono definiti quali “funzionali”: essi lavorano “in funzione” di bocca, lingua e articolazioni temporo-mandibolari per il raggiungimento di un obiettivo.

In cosa consiste l’ortodonzia intercettiva

L’ortodonzia intercettiva si avvale di diverse tipologie di apparecchi ortodontici, ognuno dei quali consente di trattare un problema di malocclusione differente e avente le proprie particolari peculiarità. Volendo fare alcuni esempi, possiamo dire che l’ortodonzia intercettiva è adatta a bambini che presentano:

  • Uno scorretto rapporto tra le due arcate dentarie, le quali tramite la giusta terapia possono essere riportate ad una condizione di normalità che si ottiene quando i molari delle due combaciano correttamente, mentre gli incisivi di dell’arcata superiore stanno più avanti rispetto a quelli di quella inferiore.
  • Un palato stretto che, come già detto, può essere corretto grazie all’ausilio dell’espansore rapido.
  • Il morso incrociato, quindi quella condizione che si verifica quando i denti dell’arcata superiore si chiudono dietro ai denti inferiori o al loro interno.
  • Un problema nella crescita mascellare o mandibolare (protrusione o retrusione), la quale può essere sostenuta dal corretto apparecchio.

Per comprendere al meglio come intervenire, è importante che venga fatta una diagnosi precoce del problema, senza la quale non è chiaramente possibile procedere.

I vantaggi dell’ortodonzia intercettiva

Intervenire con l’ortodonzia intercettiva già quando i pazienti sono ancora piccoli, quindi dopo i 4-5 anni d’età, permette di ridurre al minimo o addirittura di non dover affrontare in futuro il problema delle malocclusioni scheletriche e la conseguente terapia ortodontica fissa necessaria per la loro correzione. Questi apparecchi guidano il paziente durante tutta la fase di crescita e nel corretto sviluppo della struttura maxillo-facciale, così da prevenire eventuali anomalie prima che possano dare origini a complicazioni o disagi.

Oltre che un enorme vantaggio per la crescita del piccolo paziente, bisogna considerare anche che i bambini tollerano molto bene un apparecchio fisso rispetto agli adolescenti. L’età dell’adolescenza infatti è la più complessa da questo punto di vista!

Un altro vantaggio è certamente legato alla risposta dei bambini a questo tipo di terapia, solitamente molto positiva, ancor di più se paragona a quella che hanno gli adolescenti, o comunque i pazienti con età superiore ai 13 anni, con gli apparecchi ortodontici fissi: non che questi non funzionano, ma è naturale che le ossa di un bambino più piccolo si adattino più facilmente e rapidamente agli stimoli imposti rispetto a quelle di un adolescente che sono già cresciute e formate quasi interamente.

Per avere maggiori informazioni in merito alla correzione della crescita nei bambini, e quindi riguardo all’ortodonzia intercettiva, non esitare a contattarci telefonicamente o tramite il nostro sito. I professionisti dello studio dentistico Barcelli saranno sempre a tua disposizione e pronti a rispondere alle tue domande ed esigenze.


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